Comprendere i disturbi alimentari nell'adolescenza: anoressia, bulimia e altri DCA
Perché mia/o figlia/o non mangia?
Perché è sempre scontrosa/o?
Perché si vede brutta/o?
Durante la crescita, ragazze e ragazzi sperimentano numerosi cambiamenti, sia a livello psichico ed emotivo, sia a livello corporeo. Dedichiamo il nostro articolo mensile al tema dei disturbi alimentari, cercando di scoprire e rispondere alle domande più frequenti che i genitori ci pongono.
Che cosa si intende per Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)?
Rientrano in questa categoria di disordini alimentari l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il binge eating disorder (abbuffata), l’obesità e la vigoressia.
Questi disturbi consistono in disfunzioni del comportamento alimentare e/o in comportamenti finalizzati al controllo eccessivo del peso corporeo, nonché a coprire un senso di colpa autodistruttivo; sono atteggiamenti che danneggiano in modo significativo la salute fisica e il funzionamento psicologico della persona e se non trattati tempestivamente, rischiano di diventare parte integrante della struttura personologica del soggetto che ne soffre.
I disturbi dell’alimentazione racchiudono una complessità e una varietà di aspetti intrinseci, poiché si collocano in quell’area di confine tra soggettività corporea e mentale, socialità e cultura, che li rende esempi significativi dell’intreccio di individualità, contesto storico-sociale e famigliare.
Che cos’è l’anoressia?
L’anoressia è una forma drastica di restrizione alimentare che conduce il soggetto a controllare sistematicamente il peso e le calorie degli alimenti, fino a raggiungere uno stato di negazione assoluta del piacere, nonché uno stato di deprivazione.
In genere compare nell’età dell’adolescenza o nella prima età adulta. La persona interessata solitamente nega l’esistenza di un problema legato all’alimentazione. Sono gli stessi familiari ad accorgersi della drastica riduzione di peso corporeo e delle abitudini alimentari scorrette, in alcuni casi osservando anche vissuti depressivi.
Che differenza c’è fra anoressia e bulimia?
Nel primo caso, la persona sembra avere un funzionamento rigido e controllante al punto tale che il suo rifiuto del cibo e di una qualsiasi mediazione con esso risulti categorico. Nel secondo caso, la persona attraversa fasi altalenanti di restrizione e abbuffata, momenti di “vuoto” e momenti di “pieno” che fanno scaturire sensi di colpa e relativi vissuti depressivi.
Nell’anoressia il soggetto continua a perdere peso, nella bulimia risulta spesso normopeso, proprio per questa intermittenza continua fra cibo e digiuno, voracità e vomito autoindotto, che determina una compensazione nel peso.
Qual è la causa dei Disturbi del Comportamento Alimentare?
Spesso questi comportamenti disfunzionali riflettono un disagio e una sofferenza più profondi. Il soggetto che ne soffre può avere scarsa autostima e un funzionamento autodistruttivo, che lo porta a vivere le frustrazioni e le difficoltà con un atteggiamento svalutante e aggressivo, sia verso di sé, sia verso gli altri.
Perché i DCA si sviluppano soprattutto in adolescenza?
Durante la fase adolescenziale il soggetto è chiamato a fronteggiare una serie di sfide e di compiti evolutivi che richiedono sempre più una costruzione di sé, di una propria identità, abbastanza solida da riuscire a far fronte alle problematiche della vita con un funzionamento “normale”, sano e non autodistruttivo. Se questo non accade, possono svilupparsi nei ragazzi atteggiamenti negativi e ripetitivi che influenzano la loro percezione e la loro reattività all’ambiente.
Quando arrivano in terapia ragazzi con un disordine alimentare, non è il sintomo che va indagato, ma la soggettività: ogni individuo è un soggetto a sé stante, con il proprio vissuto, la propria storia, la propria esperienza di vita e la propria vulnerabilità.
Ci sono dei campanelli di allarme? Come può accorgersi un genitore?
I campanelli di allarme possono essere rappresentati da atteggiamenti di scarsa consapevolezza del soggetto coinvolto, il quale spesso non riconosce di avere una problematica importante, ma, al contrario, trasforma la sua disfunzione in un punto di forza, determinando così un peggioramento progressivo del proprio stato di salute fisica e mentale.
Altri campanelli di allarme si possono osservare in alcuni ragazzi che arrivano ad alterare la percezione di sé e del proprio corpo, sviluppando così un disturbo grave chiamato dismorfofobia, che consiste in una preoccupazione cronica, ossessiva e immotivata per un presunto difetto fisico. E’ bene quindi prestare attenzione ai segnali che si possono cogliere all’esterno e considerare la possibilità di confrontarsi con uno specialista che può aiutare la famiglia a gestire il prima possibile questa condotta pericolosa.
Se avete domande, curiosità o dubbi sull’argomento potete scriverci a info@centroilgirasole.it. Saremo lieti di rispondervi!
Autrice: Dott.ssa Valentina Criscuolo – psicologa, psicoterapeuta c/o Centro Il Girasole – Milano e Cologno Monzese