L'Anpi di Cassina de' Pecchi: "Basta equiparare la Giornata della memoria con il Giorno del ricordo"
L'accusa: "Ci domandiamo se l’Amministrazione, continuando questa sua opera di assimilazione, ignori semplicemente la storia dello scorso secolo o sia direttamente in malafede"
"Basta con l'equiparazione della Giornata della memoria con il Giorno del ricordo". A chiederlo è la sezione Anpi di Cassina de' Pecchi che contesta la decisione dell'Amministrazione di promuovere due iniziative per il 27 gennaio e per il 10 febbraio 2023.
L'Anpi di Cassina tira le orecchie all'Amministrazione
I partigiani hanno diffuso il loro pensiero attraverso una nota:
Per il quarto anno consecutivo, l’Amministrazione del Comune di Cassina de’ Pecchi mette sullo stesso piano la Giornata della emomria, momento di riflessione e ricordo imperituro di tutte le persone, appartenenti alle più disparate categorie religiose, sociali, politiche, nazionali e sessuali perseguitate, torturate e uccise dall’ideologia nazifascista, con il Giorno del ricordo, data istituita nel 2004 dopo continue pressioni da parte dei partiti della destra nazionale, che vuole mettere in risalto le complesse vicende del confine con l’Istria durante la Seconda guerra mondiale. È sempre più in atto un pressante tentativo di assimilare tragedie diverse appartenenti al secondo conflitto mondiale, come se, in un atto di pacificazione nazionale, tutti i morti debbano avere lo stesso peso.
L’Anpi, come ricordato pochi giorni fa in occasione dell’Assemblea annuale degli iscritti della sezione, non intende permettere certe assimilazioni:
Chi ha combattuto il nazismo e il fascismo, non può essere ricordato come simile a chi ha sostenuto e operato sul fronte opposto, aderendo a quelle ideologie totalitarie e dittatoriali che hanno portato all’Olocausto della popolazione di religione ebraica e alla morte di altre milioni di persone in Europa e nel mondo. Se, a fronte di studi storici comunque ancora in opera, la tragedia della Shoa è un fatto compiuto e condiviso da tutti, al contrario è solo da pochi anni, e solo a fronte di una insistenza eminentemente politica e poco supportata da evidenze storiche, che si parla delle uccisioni delle foibe, spesso accreditando il tutto con falsi storici. Aver assurto a giornata istituzionale una così complessa vicenda, il cui arco temporale eccede di decenni i soli anni 1943-1945, e che indica cause e mandanti non solo tra le formazioni titine, ma anche nel governo fascista italiano, ha permesso un continuo riemergere di nostalgie del ventennio, che si vorrebbe allo stesso tempo condannare solo pochi giorni prima.
"Forse c'è malafede?"
Secondo i rappresentanti della sezione cassinese qualcosa non torna:
Non possiamo accettare che si equiparino la più grande tragedia dell’umanità con qualsiasi altro termine di paragone, non essendo nemmeno quantificabile la crudeltà dimostrata dal nazifascismo nel suo tentativo di sterminare un popolo e mettere in catene tutti gli altri. Ci domandiamo dunque se l’Amministrazione, continuando questa sua opera di assimilazione, ignori semplicemente la storia dello scorso secolo o sia direttamente in malafede.