Cinquant'anni fa la legge sull'obiezione di coscienza, grazie anche a Cernusco sul Naviglio
I giovani democristiani della città ebbero un ruolo decisivo nell'aiutare l'allora onorevole Giovanni Marcora a far approvare un provvedimento epocale
Era il 15 dicembre 1972 quando fu approvata la legge Marcora. E’ trascorso mezzo secolo dall’approvazione della norma che legalizzava l’obiezione di coscienza. Una vera rivoluzione che ha mosso i suoi primi passi proprio da Cernusco sul Naviglio.
Cernusco sul Naviglio in prima linea
Dopo anni di lotte e di arresti per renitenza alla leva, veniva riconosciuta per la prima volta in Italia la possibilità di chiedere di non prestare il servizio militare, ma di servire la patria in modo alternativo.
Tra i maggiori sostenitori del provvedimento c'erano i giovani della Democrazia cristiana di Cernusco, che parteciparono alle manifestazioni pubbliche a sostegno della causa promossa dall'allora onorevole Giovanni Marcora, firmatario del disegno di legge.
"Era un fatto di libertà e di civiltà - ha spiegato l’ex sindaco anni Ottanta Giuseppe Colombo, che pure aveva prestato servizio nell’Esercito nove anni prima, ma che dal 1966 iniziò a sostenere la causa dell’obiezione di coscienza - C’erano stati anche cattolici che ritenevano che non fosse conciliabile il servizio militare con la loro fede, ma furono semplicemente arrestati".
Noi, sezione di Cernusco della Dc eravamo con Marcora. Così promuovemmo la sua battaglia e fummo in prima fila ai cortei a Milano per chiedere che il Parlamento desse il via libera al disegno di legge".
Manifestazioni per una questione di libertà
Tra i cernuschesi impegnati nei cortei c’erano Fedele Melzi, attuale presidente dell’associazione Amici del tempo libero, Duilio Manfrini, Claudio Rota, Tiziano Vimercati e l’indimenticato Paolo Trabattoni, figlio dell’ex sindaco Carlo, ed ex assessore a Monza.
"Era una questione di civiltà e sostenni volentieri quella campagna", ha ricordato il primo.
Giovanni Marcora
Giovanni Marcora