Lite condominiale picchia il vicino e gli distrugge l'auto

L'uomo non sopportava quei vicini troppo rumorosi e la loro famiglia numerosa.

Lite condominiale picchia il vicino e gli distrugge l'auto
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Era diventato l’incubo dell’intera palazzina: minacce, litigi continue, scatti d’ira e persino una porta sfondata. Dopo l’ennesima sfuriata, però, dalle parole è passato ai fatti e i carabinieri di Melzo si sono visti costretti a mettergli le manette ai polsi.

Lite condominiale sfociata nella violenza

Esasperato dai rumori provenienti dal piano superiore, un 51enne padre di famiglia ha completamente perso la brocca e, dopo due mesi di ripicche e minacce, martedì sera ha pensato bene di farsi giustizia da solo. Ha messo le mani addosso al vicino «molesto» spedendolo in ospedale e, non contento, se l’è presa anche con la sua auto distruggendola. La vittima ha chiamato il 112 con i carabinieri di Melzo che sono intervenuti per l’ennesima volta in via Gavazzi. L’ultima, però, è costata al 51enne una denuncia per lesioni personali e per stalking, con in omaggio una visita alle carceri milanesi.

Troppo rumoroso

La vicenda, però, ha preso avvio circa due mesi fa quando una famiglia con figli, tutti di età compresa tra i 6 mesi e gli 8 anni, si è trasferita sopra l’abitazione del 51enne. Mai trasloco fu più drammatico. L’uomo, infatti, sin da subito ha mostrato intolleranza nei confronti dei nuovi arrivati. Stando alle sue lamentele, infatti, i vicini erano troppo rumorosi, tanto da rendergli impossibile la vita. Invece di rivolgersi a chi di dovere, però, ha deciso di risolvere la questione da solo.

Minacce e violenze

Prima rivolgendosi direttamente alla famiglia con minacce e attaccando briga, poi, non soddisfatto, prendendosela persino con la proprietaria di casa che abita al piano di sotto. I vicini avevano cercato di venire incontro alle richieste del 51enne, mettendo tappeti e cercando di ridurre al minimo i rumori prodotti. Ma niente da fare. Da dicembre gennaio è stato un continuo, con litigi che sono scaturiti in veri e propri atti persecutori. Tanto che l’intera palazzina ormai viveva nel terrore.

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