Il "prete no Vax" è arrivato in Martesana, il parroco di Gorgonzola: "Iniziativa inopportuna"
Don don Emanuele Personeni, ex vicario parrocchiale di Mapello e Ambivere, è arrivato oggi, domenica 13 febbraio 2022 a Liscate.
Si è fermato a Liscate davanti alla chiesa di San Giorgio don Emanuele Personeni, soprannominato il "Prete no vax". L'ex vicario parrocchiale di Mapello e Ambivere, pur bacchettato e sospeso da ogni incarico anche dal vescovo di Bergamo, ha proseguito il suo tour per i Comuni della Bergamasca e della Martesana.
Il "Prete No vax a Liscate"
In mattinata il sacerdote si è fermato sul sagrato della chiesa di Liscate, attorniato da una cinquantina di sostenitori. Dopo un momento di preghiera ha ripreso il suo tour. E' transitato anche da Gorgonzola, dove il parroco don Paolo Zago non gli ha dato il benvenuto: "Speravamo nel dopo pandemia come un tempo di rinascita e ritrovata unità - ha detto quanto ha saputo delle intenzioni del 'collega' - La sua iniziativa è una cosa inopportuna. Divisiva. Fuori dalla comunione ecclesiale".
A Liscate nei giorni scorsi erano stati affissi volantini che anticipavano la visita, anche se in modo non esplicito. Il sindaco Lorenzo Fucci ha spiegato che l'iniziativa non era stata né annunciata, né tantomeno autorizzata. Nemmeno i sacerdoti locali ne erano a conoscenza.
Alla fine però don Paolo lo ha incontrato, ha avuto uno scambio di vedute, e ha spiegato che, come spesso accade, il Diavolo è meno brutto di come lo si dipinge:
"Alla fine è stato tutto tranquillo - ha detto - Anche lui è molto più equilibrato di come vogliono farlo apparire. E' dialogante e rispettoso, non impositivo o apodittico. Mi ha confermato che le contrapposizioni ideologiche preconcette sono sbagliate.
Come i pregiudizi, che non aiutano a dialogare. E si possono avere idee diverse senza diventare nemici o considerare gli altri malamente. Non si devono demonizzare quelli che non la pensano come noi".
Don Emanuele è stato bacchettato aspramente anche in "patria"
Don Emanuele è stato bacchettato aspramente anche in "patria". Il suo tour è iniziato infatti venerdì 11 febbraio 2022 per dire "No all'obbligo vaccinale, no ai ricatti, no al Green Pass". Partendo da Ambivere, la prima tappa si è snodata attraverso le parrocchie di Mapello, Valtrighe, Sotto il Monte, Carvico, Calusco d’Adda, Solza, Medolago, Suisio e Bottanuco.
Poi l'itinerario doveva toccare Inzago, Gorgonzola, Melegnano, il Pavese, il Lodigiano e la provincia di Piacenza. Nessuna tappa in Val Seriana, l’area più colpita dalla prima ondata del Covid, dove il parroco di Nembro, don Matteo Cella, gli ha consigliato di stare alla larga, come raccontano i colleghi di primabergamo.it.
«Ciao Don Emanuele. Sono don Matteo (Nembro). Ho visto il tuo video di lancio del cammino. Non puoi nemmeno immaginare la rabbia che genera un messaggio di quel tipo nelle persone del nostro paese. Ho fatto un semplice test con poche persone al volo e il risultato è unanime. Non venire perchè non saremo neutrali. Per nulla».
«Quella che sostieni non è una battaglia di libertà – continua don Matteo - ma la difesa dell'egoismo di chi, per chissà quale assurda ragione, decide di non contribuire a combattere l'unico comune nemico: il virus. È un atteggiamento incivile nel senso letterale della parola. In una comunità che ben conosce cosa significa la pandemia queste prese di posizione suonano come un'offesa verso chi ha sofferto e nei confronti di chi è morto a causa del virus: loro il vaccino l'avrebbero preso volentieri. Francamente non trovo una grande diversità tra il tuo messaggio e chi ha imbrattato il muro del cimitero con frasi farneticanti contro la vaccinazione. Mi è sembrato giusto comunicarti il mio pensiero in modo diretto. Sicuramente ci sarà una presa di posizione pubblica mia e probabilmente di altri nei prossimi giorni anche perchè è inaccettabile che questa crociata sia combattuta come "prete della diocesi di Bergamo"».
Il messaggio è stato pubblicato dallo stesso don Matteo su Facebook, che ha deciso di prendere posizione contro "un collega che sta facendo una propaganda immeritata a chi ha deciso di non avere alcun senso civico e rispetto per la storia che abbiamo vissuto collettivamente e per le persone che più l'hanno sofferta, soprattutto chi è morto nel 2020".
"Penso sia ora di smettere di confondere libertà con egoismo – aggiunge il curato di Nembro -, espressione di idee con esibizionismo, rispetto della minoranza con incapacità di fare alleanza per il bene comune. Invito tutti a non avere ambiguità. Non dobbiamo fare una guerra santa contro niente e nessuno. Ma la responsabilità per la salute è un dovere morale e civico che si realizza oggi soprattutto con il vaccino. Non è un'opinione: è scienza. E non c'è religione, opinione, ideologia o creduloneria che possa opporsi all'evidenza dei numeri".