Sequestrati 14 milioni di euro: coinvolte undici imprese lombarde
Scoperto un giro di fatture false tra commercianti all'ingrosso di metalli.

Sequestrati 14 milioni di euro: coinvolte undici imprese lombarde. Scoperto un giro di fatture false tra commercianti all'ingrosso di metalli.
Fatture false: sequestrati 14 milioni di euro
Sono 14 i milioni di euro sequestrati per reati fiscali dalla Guardia di Finanza di Bergamo oggi, 2 febbraio 2022, nell'ambito di un'inchiesta che ha coinvolto undici imprese lombarde, alcune della provincia di Milano. I militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria della hanno dato esecuzione, su richiesta della Procura della Repubblica di Monza, a un decreto di sequestro preventivo, emesso dal locale Tribunale, finalizzato alla confisca di disponibilità finanziarie, beni immobili e mobili registrati per oltre 14 milioni di euro, pari alle imposte evase da otto società - con sede nelle province di Bergamo, Milano, Como e Torino - che avrebbero fatto confluire nelle proprie dichiarazioni fatture per operazioni inesistenti emesse da tre società brianzole, nonché al profitto illecito conseguito dall’amministratore di queste ultime.
Operavano nel commercio all'ingrosso di metalli
Il provvedimento cautelare scaturisce da mirate attività investigative svolte dalle Fiamme Gialle al fine di delineare le caratteristiche di un’articolata frode fiscale che sarebbe stata realizzata dagli amministratori delle undici imprese coinvolte, tutte operanti nel settore del commercio all’ingrosso di metalli. In particolare, il sistema di frode avrebbe permesso alle società utilizzatrici delle fatture attestanti cessioni di beni mai avvenute - per un importo complessivo di circa 38 milioni di euro - di conseguire un risparmio d’imposta ai fini delle imposte dirette di circa 9,4 milioni di euro. Le somme pagate a fronte dei documenti fiscali fittizi, una volta confluite nei conti correnti delle società amministrate dall’imprenditore brianzolo sarebbero state sistematicamente retrocesse agli utilizzatori, trattenendone per sé una parte pari a circa 4,7 milioni di euro.
Coinvolto anche un commercialista brianzolo
Per assicurare una "copertura" contabile alle false fatture emesse, l’imprenditore brianzolo - sulla base delle indicazioni fornitegli da un commercialista locale, anch’esso indagato dalla Procura monzese - avrebbe utilizzato autofatture fittizie, generate automaticamente da un apposito software.