La musica contro la violenza sulle donne
A Bussero l'Anpi propone un concerto molto particolare. E il sindaco manda un messaggio ai maschi: "Ne ammazziamo una al giorno, dobbiamo dire basta"
Un concerto che parla di donne abusate e uccise. Bussero scende in campo nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne.
Un concerto contro la violenza di genere
Lo spettacolo musicale, organizzato dalla sezione cittadina di Anpi, l'Associazione nazionale partigiani, è in programma per venerdì 26 novembre 2021 alle 21 nell'auditorium del nuovo centro civico di via Carabinieri caduti. Il titolo è "Note stuprate. Musica, stupri e femminicidi".
"Uno spettacolo per denunciare le violenze subite da donne di diverse epoche, culture ed estrazione sociale attraverso lo sguardo della musica - si legge nella presentazione - Un incontro che tratta con delicatezza e rispetto temi spietati e tragicamente attuali quali lo stupro e il femminicidio".
L'ingresso è gratuito con obbligo di mascherina e Green pass. E' consigliabile prenotare a anpibussero@gmail.com o al numero 349 193 6203.
L'appello del sindaco
Nel frattempo anche il sindaco Curzio Rusnati ha diffuso un messaggio rivolto alle sole persone di sesso maschile.
"Se ricevi questo messaggio è perché sei un maschio, come me - si legge nel testo firmato 'Sindaco per caso del Comune di Bussero' - Io, ho deciso di non essere complice, di rompere il silenzio, di dire basta.
Ne ammazziamo una al giorno. La follia non ha casa. Ma questa follia che si chiama femminicidio forse una casa ce l’ha - continua - È nella testa dei maschi che distruggono, mutilano, annientano tutto ciò che non possono più possedere, tutto ciò che quasi sempre per colpa loro hanno perso e non possono più riavere. Fidanzate, compagne, mogli, figlie e figli, amore e rispetto".
"In una relazione di qualsivoglia genere se vuoi essere amato devi essere amabile, non c’è altro modo - continua riprendendo un concetto espresso anche in occasione del festeggiamento delle nozze d'oro - Non funziona il ricatto e la lusinga, la minaccia e la paura e infine la violenza, mezzi usati da molti maschi per fuggire dalla loro povertà emotiva e dalla propria inadeguatezza, quando la realtà le rende evidenti".
"Prendere atto che l’amore è fragile e che le cose fragili se non le curi se le mangia il tempo - prosegue - Prendere atto che le relazioni non si riparano con il nastro adesivo. Prendere atto che quando è finita è finita. Che l’altra sceglie liberamente per se stessa e per la propria vita, così come noi facciamo con la nostra. Che a volte anche lasciarsi è parte di una storia d’amore. È così difficile insegnare questo ai nostri figli maschi sin da giovani? Io ci ho provato da padre, da maschio e da persona, con gli esempi, coi gesti e con le parole dette o non dette. Ci ha provato la mia compagna di vita, perché alla fine gli uomini li fanno le donne, dosando amore e fermezza istillando equilibrio e senso del limite e con un sano e necessario distacco dal ruolo di madre che ovunque e comunque protegge".
Rusnati ha concluso sostenendo che la responsabilità del femminicidio non è individuale, ma collettiva.
"Sta in un Dna di genere che deve e che può mutare - ha scritto - Sta nelle leggi e nelle norme fatte dai maschi che arrivano sempre troppo tardi. Sta negli sguardi elusivi di tutti noi che consideriamo questi eventi come fatti privati, mentre sono fortemente pubblici, quando come ora sono non l’eccezione ma la regola. Per questo credo che debba essere rotto un complice silenzio da parte dei maschi che sa di indifferenza e di condiscendenza. Per questo credo che debbano essere i maschi i primi a dire basta".