Don Emanuele torna a casa: "Vi racconto la mia lotta contro il Covid"
Don Salvioni è tornato a casa dopo aver sconfitto il virus.
Don Emanuele Salvioni ce l’ha fatta. Dopo un calvario lungo oltre un mese ha sconfitto il Covid e domenica è tornato nella sua casa di Robecco. Il sacerdote, che ha esercitato il suo primo incarico pastorale a Cassina de’ Pecchi, presso la parrocchia di S. Maria Ausiliatrice, come coadiutore dal 1984 al 1991, sta riprendendo la sua quotidianità: «Sto godendo della bellezza della primavera, del ritorno alla vita», ha esordito.
Ripercorrendo i vari step della malattia, don Emanuele ha raccontato il suo stupore iniziale quando ha scoperto di essere positivo: «Sono sempre stato prudente e ligio alle regole, ma la vita di comunità implica incontri con molte persone e questo aumenta le possibilità di contagio», ha affermato.
Don Emanuele è tornato a casa
Dopo una prima settimana in quarantena, la saturazione è risultata al di sotto dei parametri essenziali ed è stato quindi necessario il ricovero all’ospedale di Magenta, dove gli è stata diagnosticata una polmonite bilaterale. «Quando mi hanno fatto firmare il modulo per il consenso alle terapie intensive, ho capito che la situazione era precipitata, ma non ho perso la speranza: bisogna fidarsi di Dio, ma anche dei medici, che sanno il loro mestiere», ha commentato manifestando gratitudine a «quei bravi ragazzi» per l’assistenza medica. In particolare, il parroco ha citato il dottor Roberto Cefalà dell’Unità Operativa Anestesia e Rianimazione di Magenta.
Nei primi giorni di ospedale gli è stato di conforto don Maurizio Cacciola, cappellano del Fornaroli, che ha svolto anche le funzioni di portavoce con la parrocchia di Robecco e i vari sacerdoti del territorio, che hanno fatto a gara per officiare le Messe in assenza sua e di don Silvio Cazzaniga, anche lui colpito dal virus, nella chiesa di San Giovanni Battista.
Il parroco torna a casa
Del periodo in cui è stato intubato, don Emanuele non ricorda molto perché era sedato. Data il suo ritorno alla vita il 25 febbraio, quando si è risvegliato all’ospedale Fiera: «Quando sei lì, pieno di tubi, non riesci a capire tutto né a controllare la tua emotività e sei in balia di un corpo che non hai sotto controllo, ma non ho mai perso la speranza e la fiducia nei medici – ha concluso il don – Le preghiere dei miei parrocchiani sono salite in alto e sono state ascoltate».
Il parroco ora è entrato nel protocollo riabilitativo post-Covid: deve fare regolarmente controlli clinici e attenersi a regole specifiche. Non ha ancora ripreso le attività della parrocchia, ma lo si può incontrare a passeggio per il paese perché, come tutti gli atleti dopo una malattia, deve riprendere lentamente l’allenamento per ritrovare la forma perduta.