Donna uccisa in strada a coltellate a San Giuliano: fermato il compagno
L'uomo ha sostenuto di essere stato tutto il giorno in un bar, ma la sua versione non ha convinto gli inquirenti.
E' accusato di aver ucciso a coltellate la sua compagna, una donna di 48 anni, in mezzo alla strada. Questa notte i Carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese hanno dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Lodi nei confronti di A.K 43 anni, ritenuto responsabile dell’omicidio volontario aggravato della sua convivente L.H. di 48 anni.
Omicidio San Giuliano, fermato il compagno della vittima
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la donna, nel primo pomeriggio di ieri, domenica 7 febbraio 2021, mentre si trovava a lavorare come meretrice a San Giuliano Milanese sulla Sp 40 all'altezza della rotonda di Pedriano, veniva raggiunta a piedi dal convivente che, dopo una lite in strada, le ha inferto tre coltellate sulla coscia sinistra e due alla schiena per poi allontanarsi in una stradina di campagna facendo perdere le tracce.
La donna è stata soccorsa dal personale del 118 ed è stata immediatamente trasportata all'ospedale Humanitas di Rozzano in Codice rosso dove è entrata in sala operatoria. Purtroppo ogni tentativo dei medici di salvarle la vita è stato inutile. La donna è deceduta poco dopo per le numerose ferite e la copiosa perdita di sangue.
Le indagini
Sul luogo del fatto sono intervenuti i Carabinieri della Tenenza di San Giuliano Milanese e della Sezione Operativa che hanno svolto il sopralluogo tecnico scientifico rinvenendo la borsa della donna con i suoi effetti personali e il suo cellulare.
I militari si sono recati dunque a casa della vittima in un’abitazione di Milano in zona Corvetto dove, nel corso del tardo pomeriggio, hanno rintracciato il convivente trovato in stato di ubriachezza con indosso gli abiti utilizzati durante l'omicidio.
L'interrogatorio
L’uomo, che era stato descritto con delle scarpe rosse, un cappellino nero e un giubbotto scuro, è stato a lungo interrogato dal Pubblico Ministero fino a tarda notte dove ha sostenuto di avere convissuto per venti anni con la vittima ma che nell’ultimo periodo hanno avuto delle discussioni per gelosia in quanto la donna, da diverso tempo, frequentava un amante. L’aggressore, che non ha mai ammesso i fatti che gli sono stati contestati, si è giustificato dicendo di essere stato tutto il giorno a Milano a bere al bar, contraddicendosi però varie volte.
Le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lodi, hanno dunque consentito, a seguito di minuziosi accertamenti basati sull’analisi della visione delle telecamere, delle testimonianze e dei tabulati telefonici, nonché anche di alcuni riconoscimenti, di raccogliere univoci e determinanti elementi di responsabilità a carico del quarantatreenne consentendo di appurare con certezza la sua presenza nel luogo dell'omicidio e di avere elementi sufficienti per l’emissione di un fermo di indiziato di delitto eseguito nella notte.
Il fermato, è stato tradotto presso la casa circondariale di Milano a disposizione dell'Autorità giudiziaria.