Percepiscono il reddito di cittadinanza, ma non sono più nemmeno in Italia
L'assurda situazione emersa a Sesto San Giovanni. Il sindaco: "Tolgono risorse a chi ha bisogno".
Percepiscono il reddito di cittadinanza, ma non si trovano più neppure in Italia. E' l'assurda situazione emersa da alcuni controlli effettuati negli ultimi giorni a Sesto San Giovanni.
Reddito di cittadinanza a persone non più in Italia
Tra i primi 48 percettori del reddito di cittadinanza chiamati dal Comune di Sesto San Giovanni per i colloqui psicoattitudinali, 30 hanno aderito ai progetti di utilità collettiva messi a punto dall'Amministrazione mentre 18 non hanno risposto o non si sono resi disponibili. Praticamente il 38% delle persone contattate. Una situazione che ha insospettito il sindaco Roberto Di Stefano.
Ho verificato personalmente i fascicoli di ognuno: si tratta principalmente di stranieri che non sono più sul nostro territorio nazionale e sono spariti, ma intanto hanno preso il sussidio per mesi. Altri ancora ci rispondono che non possono venire perché impegnati e vorrebbero l’appuntamento fuori dall’orario di lavoro. È palese che questo 38% sottrae risorse a chi ne ha veramente bisogno. Ovviamente questi soggetti sono stati segnalati affinché venga immediatamente interrotto il loro sussidio. Immaginiamoci in tutta Italia quanti soggetti se ne approfittano per prendere soldi senza fare nulla, con la complicità di un Governo assolutamente incapace. Il reddito di cittadinanza era nato per aiutare chi aveva bisogno di lavorare, invece si è rivelato uno strumento utilizzato da molti furbetti che vogliono incassare soldi senza fare nulla. Certo, non tutti fanno così, ma in molti se ne approfittano, sottraendo risorse a chi davvero ne ha bisogno, con la complicità anche del Governo. Vorrei rivolgermi a queste persone: ricordatevi che in questo modo non state fregando solo la legge, state anche togliendo risorse a chi ne ha veramente bisogno
La situazione a Sesto
A Sesto i primi percettori del reddito di cittadinanza hanno iniziato a ricevere il sussidio a luglio 2019 e solo a settembre 2020, dopo oltre un anno, è stata attivata la piattaforma Gepi per attivare i Puc, ovvero i progetti utili alla collettività che il Comune ha provveduto a stilare. Come per esempio la raccolta delle foglie, il supporto fuori dalle scuole e dal punto tampone drive-in per garantire il distanziamento sociale, la sistemazione degli archivi, la pulizia dei giardini.