Aveva vissuto l'orrore dei campi di concentramento. Su di lui era stato girato anche un film
Si è spento a 94 anni Angelo Ratti, uno dei sei cernuschesi deportati il 18 dicembre 1943.
Era uno degli ultimi testimoni viventi degli orrori dei campi di sterminio tedeschi. Angelo Ratti nato e cresciuto a Cernusco sul Naviglio, classe 1926, si è spento ieri, martedì 25 agosto 2020. Dopo la liberazione aveva sempre vissuto a Milano.
Deportato a Mauthausen e Gusen
Era uno dei sei ragazzi cernuschesi arrestati per la loro attività antifascista dalla Feldpolizei il 18 dicembre 1943. Con lui c’erano Roberto Camerani, Pierino Colombo, Virginio Oriani, Quinto Calloni ed Enrico Sala. Dapprima furono portati nel carcere di San Vittore. Il 4 marzo del 1944 fu chiuso in un vagone merci e trasferito nel campo di concentramento di Mauthausen (Austria). Successivamente fu spostato a Gusen, a una decina di chilometri.
La liberazione nel '45
Quando ormai era allo stremo delle sue forze, l’8 maggio del 1945, dopo l'arrivo degli alleati, riuscì ad andarsene dal lager e si unì a un gruppo di soldati italiani che erano stati rilasciati da altri campi di prigionia. Da loro fu aiutato a riprendersi. Quando si sentì meglio scoprì che tra quei militari c’era suo fratello. Così insieme intrapresero il viaggio di ritorno a casa. La sua vicenda nel 2014 servì come sceneggiatura di un film su tre deportati (tra cui lui appunto), intitolato "Kz" della Gpg film di Lissone.
Il ricordo
"Antifascista con la A maiuscola, ha vissuto sulla sua pelle l'orrore dei campi di concentramento ed è stato un testimone prezioso per le giovani generazioni - lo ha ricordato la segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani - A loro ha tramandato memoria e la sua tragica esperienza. La scomparsa di Angelo è una perdita dolorosa per tutti noi, grati a un uomo coraggioso che ha scelto di anteporre la libertà collettiva e i valori democratici e antifascisti alla sua stessa vita. È per questo che ci impegneremo a mantenere vivo il ricordo della sua storia".