Asfalti Brianza, la Provincia dice "no" al rinvio della scadenza per smaltire il fresato
L'azienda aveva chiesto di immetterlo nel ciclo produttivo. Ora cosa accadrà?
Asfalti Brianza, la Provincia dice "no" al rinvio della scadenza per smaltire il fresato. L'azienda aveva chiesto di immetterlo nel ciclo produttivo. Ora cosa accadrà?
Asfalti Brianza, la Provincia dice "no"
Niente da fare. Le prescrizioni imposte all'azienda di Concorezzo rimangono tali. Senza slittamenti dei termini. Uno in particolare, quello del 30 settembre. Asfalti Brianza nelle scorse settimane era stata oggetto di due provvedimenti (della Procura e della Provincia di Monza e Brianza) che avevano comportato la sospensione provvisoria dell'attività. Al centro le emissioni, i cattivi odori e le paure che da anni coinvolgono in pieno anche i residenti dei Comuni limitrofi. Brugherio in primis. In particolare quelli che vivono nelle frazioni ai confini con Concorezzo. Ora la risposta ufficiale della Provincia alla richiesta di rinvio dei termini formulata da Asfalti Brianza.
La recente cronistoria
"Il 6 agosto Asfalti Brianza aveva inviato una lettera alla Provincia dichiarando una 'impossibilità tecnica e materiale' a smaltire il fresato stoccato illegalmente entro il 30 settembre e chiedendo quindi di poterlo inserire in produzione smaltendolo così in loco, con il rischio di aggravare la condizione dei residenti come ribadito dalle parti tecniche coinvolte nella Conferenza dei Servizi istruttoria dell’8 luglio", ha spiegato il consigliere comunale Pd di Brugherio Simone Castelli, che settimana scorsa aveva partecipato a un vertice in Prefettura a Monza.
Ieri, giovedì 13 agosto 2020, la risposta dell'Ufficio Ambiente della Provincia, che ha negato il rinvio della scadenza. "Una risposta decisa e netta, che ci vede soddisfatti del lavoro di monitoraggio fatto dai sindaci, da noi consiglieri comunali e dal Comitato Sant'Albino San Damiano - ha aggiunto Castelli - Un risultato che non deve farci abbassare minimamente la guardia sulla vicenda".
Ora cosa accadrà?
Due gli scenari all'orizzonte, come raccontato anche dalla lista civica La Rondine di Concorezzo. Il primo: "L'azienda ha mentito, è in grado di smaltire i rifiuti e ha provato a prendere in giro le istituzioni del territorio - ha commentato il dem - Dovrà quindi portare via, entro il 30 settembre, la montagna di fresato oggi visibile dalla strada". Il secondo: "A fronte del mancato rispetto delle prescrizioni assegnate e del persistere di una grave violazione, la Provincia dovrà revocare l'autorizzazione oggi sospesa, mettendo fine alla vicenda - ha concluso Castelli - Un passo indietro delle istituzioni, date queste nuove evidenze, sarebbe incomprensibile e inaccettabile".