SegrateSì chiede chiarezza sul progetto per il nuovo centro
Per il gruppo si tratta di una concessione agli operatori immobiliari.
SegrateSì, gruppo che parteciperà alle Amministrative di settembre 2020 a Segrate, vuole chiarimenti sul progetto urbanistico che ridisegna il centro.
SegrateSì vuol vederci chiaro
Il gruppo SegrateSì, che si presenterà alle Amministrative con il candidato Dena Arabsolgar, contesta il progetto vincitore del bando di riqualificazione "Restarting community spaces - Urban regeneration of Segrate city center". O meglio, punta il dito contro le linee guida date dall'Amministrazione. "Dopo le proteste da parte di numerosi cittadini segratesi a seguito della pubblicazione del progetto vincitore, in piena campagna elettorale il sindaco Paolo Micheli è tornato, apparentemente, sui suoi passi con una comunicazione affidata al suo canale Facebook - si legge in una nota stampa - In questo comunicato afferma che chi protesta non ha ben compreso il progetto, evitando di rispondere alle numerose domande che sono arrivate anche sul profilo del Comune di Segrate. I cittadini hanno compreso perfettamente la natura dell’operazione urbanistica che si cela sotto l’operazione del nuovo plesso scolastico in centro. Forse è proprio il sindaco a non aver letto bene il Documento preliminare alla progettazione stilato dalla sua Giunta che contiene vincoli e linee date ai progettisti dove si legge: “…il progettista ha il compito di indicare, con la più ampia discrezionalità, collocazione, conformazione ed estensione delle aree riservate alle edificazioni di nuovi volumi residenziali (e/o terziarie-commerciali) che il Comune assegnerà a operatori immobiliari per ottenere il finanziamento delle opere previste dal concorso. La dimensione della volumetria da cedere ai privati deve essere compresa tra un minimo di 8.000 metri quadrati di superficie lorda di pavimento (Slp) e un massimo di 10.000 metri quadrati di Slp”.
I dubbi del candidato
“Il sindaco è tornato a difendersi sostenendo che quanto abbiamo tutti potuto vedere tramite diretta e conferenza stampa fosse solo un progetto di stimolo frutto del lavoro dei progettisti coinvolti da un bando costato svariati decine di migliaia di euro coperti da sponsor, ma che ha richiesto comunque lavoro ed energie del personale degli Uffici comunali - ha commentato la candidata Arabsolgar - Nulla di concreto insomma, poco più di un esercizio di pura teoria progettuale. Non è così e lo sappiamo bene. Si tratta invece di una vera concessione a operatori immobiliari lontano dalle esigenze di Segrate. Bisogna fermarli in ogni modo. Chiediamo anche alle altre forze politiche, alle associazioni, a tutti i cittadini di opporsi insieme a noi. Facciamoci sentire”.
Quesiti per l'Amministrazione
"SegrateSì ha raccolto molti spunti arrivati dai cittadini e ha posto alcune chiare domande all'Amministrazione comunale - hanno concluso i rappresentanti - Ancora attendiamo le risposte. Ci sono altri modi per migliorare le nostre scuole e il miglior punto di partenza è quello di condividere le scelte con i cittadini. La Segrate del futuro deve essere progettata con il contributo di chi ci vive. Non è più accettabile che il nostro territorio sia oggetto di conquista per chi ha interessi che non hanno a cuore il bene primario di chi la abita".
Questa le domande poste:
"Perché non sono stati coinvolti i cittadini? I cittadini sono a favore della creazione di un polo scuola in centro che renderà ancora più complesso, per le famiglie, accompagnare i propri figli rispetto a quanto avviene già oggi con due plessi scolastici?
Perché fare nuovi complessi edilizi in centro città quando esistono ancora molti progetti già approvati e appartamenti sfitti e invenduti?
Perché non ricostruire gli edifici scolastici esistenti, ampliandolo il necessario e adeguandolo alle nuove normative e metodologie di costruzione invece di optare per nuovo consumo di suolo?
Questa Amministrazione non era contraria all’ulteriore consumo di suolo? In caso di vittoria alle elezione, porterà avanti questo progetto urbanistico?
Perché invece di finanziare i costi dell'operazione (stimata da loro in 15.000.000 di euro) con cessione di volumetrie a operatori immobiliari, non si prevedono altre tipologie di finanziamento tramite accesso a fondi pubblici su edilizia scolastica come ad esempio fatto recentemente dalla vicina Cernusco sul Naviglio. Il Governo si è già mostrato favorevole, proprio in questi giorni, a mettere a disposizione una parte importante del Recovery fund a investimenti su rinnovo dell’edilizia scolastica. Quale allora migliore occasione?".