Provocazione geniale

Un parroco mantovano dice ai ragazzi "Fatti una canna"

Anche se la "canna" di cui si parla qui non è lo "spinello", ma la canna di un organo da chiesa...

Un parroco mantovano dice ai ragazzi "Fatti una canna"
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Obiettivo centrato. Don Marco Mani voleva attirare l'attenzione e ci è riuscito in pieno. Anche se la "canna" di cui si parla qui non è lo "spinello", ma la canna di un organo da chiesa.

Parroco mantovano dice: "Fatti una canna"

Da Prima Mantova

Grazie all’originaria e provocatoria campagna “fatti una canna” lanciata dal Parroco di Goito per ristrutturare l’organo della Basilica Madonna della Salute, la notizia sta facendo il giro del web promuovendo, volente o nolente, questa iniziativa.

Fatti una canna per una buona causa

Il gioco di parole “Fatti una canna”, scritto a caratteri cubitali sul volantino diffuso nei giorni scorsi, ha attirato l’attenzione oltreché dei fedeli anche di tanti altri, incuriositi dall’insolito invito.

Naturalmente, come spiegato subito sotto il titolone, la richiesta è quella più mesta – e legale – di sostenere con 50 euro a testa la ristrutturazione dell’imponente organo della Basilica di Goito. Farsi una canna dunque non con la marijuana ma con denaro sonante per sostenere una buona causa. Per ritrutturarlo ci vorrebbero circa 120mila euro: una cifra importante ma non impossibile da raggiungere, specialmente dopo questa geniale trovata pubblicitaria.

L’appello su Facebook: perché farci una canna

Sul gruppo cittadino di Facebook viene spiegata così l’iniziativa, ricordando la storia dell’organo, la sua potenza ed importanza:

Un gioiello chiamato Montesanti. Non entro nel merito del titolo scritto sulla locandina, forse di cattivo gusto o forse spiritoso, ma voglio farvi conoscere una meraviglia che vediamo spesso e che sentiamo suonare (anche se non in perfette condizioni e prestazioni): l’organo Montesanti della nostra Basilica.

Questo imponente strumento fu commissionato alla famiglia di organari Mantovani, i Montesanti. Questi eccezionali artigiani impiegarono due anni per completare l’opera, dal 1757 al 1759. Sì signori, il nostro organo ha la bellezza di 261 anni. Esternamente la cassa in legno che racchiude la bellezza di duemila canne ha la foggia di un arco trionfale, sul quae svetta il motto “Laudate Deo in cordis et organo” (Lodate Dio con i cuori e con l’organo). Straordinario persona che le dimensioni delle sue canne variano dalla più grande, con un diametro di circa 40 cm, alla più piccola poco più grande di un ago.

Questo meraviglioso strumento, tra i più grandi della nostra provincia, ha ben 32 registri che gli garantiscono di riprodurre suoni come viola, violoncello, basso, flauto, clarino, clarinetto, oboe, voce umana, voce angelica, cimbali, tromba, trombetta, corno e molto altro ancora. La sua potenza è tale che , suonato a ripieno, con tutti i suoi registri e ance, può far vibrare l’altare. C’è di che esserne orgogliosi? Certo che si, soprattutto gli amanti della musica e dell’arte.

Credo che valga la pena restaurare uno strumento simile, una vera opera d’arte, che la generosità dei nostri antenati ci ha lasciato.

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