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Migliora la qualità dell’aria in Europa ma le morti premature dovute all’inquinamento restano ancora alte

Il rapporto 2020 sulla qualità dell’aria dell’Agenzia Europea dell’Ambiente mostra come negli ultimi 10 anni siano calati i decessi dovuti all’inquinamento

Migliora la qualità dell’aria in Europa ma le morti premature dovute all’inquinamento restano ancora alte
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Migliora la qualità dell’aria in Europa e calano le morti premature dovute all’inquinamento, ma restano ancora alte.

Nell’ultimo decennio la migliore qualità dell’aria ha portato a una significativa riduzione dei decessi prematuri in Europa. Tuttavia, i più recenti dati ufficiali dell’Agenzia Europea dell’Ambiente indicano che la quasi totalità degli europei risente ancora delle conseguenze dell’inquinamento atmosferico, che causa circa 400.000 decessi prematuri in tutto il continente.

Il rapporto 2020 sulla qualità dell’aria in Europa dell’Agenzia Europea dell’Ambiente mostra che nel 2018 solo sei Stati membri hanno superato il valore limite dell’Unione europea per il particolato fine (PM2,5), tra cui l’Italia, e che le politiche dell’Ue, nazionali e locali e le riduzioni delle emissioni in settori chiave hanno migliorato la qualità dell’aria in tutta Europa. 

Migliora la qualità dell’aria in Europa ma le morti restano ancora alte

“Sapere che la qualità dell’aria sta migliorando grazie alle politiche ambientali e climatiche che abbiamo attuato è una buona notizia, ma non possiamo ignorare gli aspetti negativi: il numero di morti premature in Europa dovute all’inquinamento atmosferico è ancora troppo elevato - ha dichiarato Virginijus Sinkevicius, commissario europeo per l’Ambiente - Con il Green Deal europeo intendiamo ridurre a zero tutti i tipi di inquinamento. Se vogliamo raggiungere questo obiettivo e proteggere appieno la salute dei cittadini e l'ambiente, dobbiamo ridurre ulteriormente l'inquinamento atmosferico e allineare i nostri standard di qualità dell'aria alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il nostro prossimo piano d’azione affronterà questo tema”. 

“I dati dimostrano che investire in una migliore qualità dell'aria rappresenta un vantaggio in termini di salute e produttività per tutti gli europei. Politiche e azioni coerenti con l’obiettivo europeo di azzerare l’inquinamento permettono di vivere più a lungo e in migliori condizioni di salute, oltre a rendere le società più resilienti”, ha spiegato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Agenzia Europea dell’Ambiente.

In Italia oltre 50.000 decessi per il PM2.5

Morti premature attribuite all’inquinamento in Italia

Il rapporto 2020 sulla qualità dell’aria in Europa rileva che permane un divario tra i limiti legali per la qualità dell’aria dell’Ue e gli orientamenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, una questione che la Commissione europea intende affrontare con una revisione delle norme europee nell’ambito del piano d’azione per l’inquinamento zero.

La nuova analisi dell’Agenzia Europea dell’Ambiente si basa sui più recenti dati ufficiali sulla qualità dell'aria forniti da oltre 4.000 stazioni di monitoraggio in tutta Europa nel 2018.

Secondo la valutazione dell’Aea, nel 2018 l’esposizione al particolato fine (PM2.5) ha causato circa 417.000 decessi prematuri in 41 Paesi europei, di cui 52.300 solo in Italia. Mentre sono stati 55.000 e 20.600 le morti attribuite, rispettivamente, al biossido di azoto (NO2) e all’ozono troposferico (O3). Per il nostro Paese i decessi legati al NO2 sono stati 10.400 e 3.000 in relazione all’ozono. 

Politiche efficaci riducono l’inquinamento e i decessi

PM2.5: media annuale 2018

Il rapporto mostra che le politiche europee, nazionali e locali e le riduzioni delle emissioni in settori chiave hanno migliorato la qualità dell’aria in tutta Europa. Dal 2000 le emissioni dei principali inquinanti atmosferici, compresi gli ossidi di azoto, provenienti dai trasporti, sono diminuite in misura significativa, malgrado la crescente domanda di mobilità e il conseguente aumento delle emissioni di gas a effetto serra del settore. Anche le emissioni inquinanti determinate dall’approvvigionamento energetico hanno evidenziato un marcato calo, mentre i progressi nella diminuzione delle emissioni derivanti da edilizia e agricoltura sono stati lenti.

Grazie alla migliore qualità dell’aria, nel 2018 i decessi prematuri provocati dall'inquinamento da particolato fine sono stati circa 60.000 in meno rispetto al 2009. 

Per quanto riguarda il biossido di azoto, la riduzione è ancora maggiore: nell’ultimo decennio i decessi prematuri sono diminuiti di circa il 54%. Il proseguimento dell'attuazione delle politiche ambientali e climatiche in tutta Europa è un fattore fondamentale alla base dei miglioramenti.

Qualità dell'aria e Covid-19

PM10: variazioni % attribuite al lockdown di aprile 2020

Il rapporto 2020 sulla qualità dell’aria in Europa si sofferma anche sui collegamenti tra la pandemia di Covid-19 e la qualità dell’aria: i dati provvisori per il 2020 confermano valutazioni precedenti che indicano una riduzione fino al 60% di alcuni inquinanti atmosferici in molti Paesi europei in cui sono state attuate misure di lockdown nella primavera del 2020. 

L’Agenzia Europea dell’Ambiente non dispone ancora di stime su potenziali effetti positivi per la salute associati alla migliore qualità dell’aria durante il 2020.

La relazione rileva altresì che l’esposizione di lungo periodo agli inquinanti atmosferici causa malattie cardiovascolari e respiratorie, individuate come fattori di rischio di decesso nei pazienti con Covid-19. Tuttavia, il nesso di causalità tra l’inquinamento atmosferico e la gravità delle infezioni da Covid-19 non è chiaro e sono necessarie ulteriori ricerche epidemiologiche.

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