Maratona al Pirellone

Cosa cambia in Lombardia con la nuova riforma della Sanità regionale

Diverse le novità: nascono Case della Comunità, Ospedali di Comunità, Centrali operative territoriali e un Centro per le malattie infettive.

Cosa cambia in Lombardia con la nuova riforma della Sanità regionale
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Sanità in Lombardia: via alla maratona al Pirellone per la revisione della legge regionale sul Welfare. E' partita questa mattina, mercoledì 10 novembre 2021, la discussione che porterà all'approvazione del nuovo testo sulla Sanità della Lombardia. Si tratta di una revisione della rivoluzione strutturale già avviata nel 2015 da Maroni, che punta a rafforzare i presidi locali anche in seguito all'esperienza Covid.

Il via libera al documento è previsto per il 26 novembre. Il Consiglio regionale è convocato in tutti i giorni feriali, da mattina a sera, fino a quella data. Una vera e propria maratona, appunto.

Sanità Lombardia, cosa cambierà

Il nuovo testo sul Welfare era stato sollecitato da tempo dal Ministero della Salute e da Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. La pandemia ha di fatto "accelerato" e reso improrogabile la revisione della Legge 23 del 2015 (cosiddetta riforma Maroni), tanto che alcune previsioni contenute nella revisione sono sollecitate anche dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza approntato dal Governo proprio in seguito all'emergenza Covid. Del resto, come dichiarato più volte anche dalla vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti "il Covid ha messo in evidenza alcune debolezze della sanità in Lombardia".

L'obiettivo: una sanità di prossimità

L'obiettivo della revisione (che arriva in Consiglio dopo il via libera della Giunta e della Commissione Sanità) è una sanità di prossimità, più territoriale.

"Più vicina ai cittadini e attenta alla persona prima ancora che alla malattia", ha osservato più volte la stessa Moratti.

La vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti

Novità: Case di comunità e Ospedali di comunità

Con la revisione, avremo nuove strutture: Case di comunità, Ospedali di comunità e Centrali operative territoriali.

Nelle intenzioni dei redattori della revisione, in queste strutture  lavoreranno in équipe Medici di medicina generale (MMG) e Pediatri di libera scelta (PLS) in collaborazione con gli infermieri di famiglia o di comunità, gli Specialisti ambulatoriali e professionisti sanitari come logopedisti, fisioterapisti, dietisti, tecnici della riabilitazione, psicologi e altri.

In attesa del via libera in Consiglio, la Giunta ha approvato la "scelta" delle prime 168 strutture di proprietà del Sistema sanitario regionale: 115 strutture per le Case di comunità, 53 per gli Ospedali di Comunità.

Strutture dove non saranno necessari interventi di rilievo: se ne prevede l'attivazione di due per ogni Provincia entro la fine dell'anno. In questo caso, i progetti dovranno arrivare alla Direzione Welfare entro la fine di novembre. Il successivo monitoraggio per altre strutture vedrà la collaborazione e le indicazioni dei sindaci e delle Amministrazioni comunali o provinciali, mentre una terza fase di confronto potrebbe vedere anche la collaborazione di Fondazioni o privati.

Complessivamente, la revisione della legga sulla sanità prevede l'attivazione di di 203 Case della comunità (1 ogni 50.000 abitanti). Inoltre di 60 Ospedali di comunità (1 ogni 150.000 abitanti) e 101 Centrali operative territoriali (1 ogni 100.000 abitanti). Nelle zone di montagna lo standard previsto dalla riorganizzazione per le Case della Comunità è di 1 ogni 25.000 abitanti.

Case di Comunità, Ospedali di Comunità: cosa sono

Le Case della Comunità vanno a rimodulare l’esperienza oggi rappresentata dai Presidi socio sanitari territoriali (Presst) e diventeranno lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati affetti da patologie croniche.

Gli Ospedali di Comunità saranno destinati a ricoveri "brevi" e avranno una disponibilità di 20 letti con una gestione prevalentemente infermieristica, mentre le Centrali operative territoriali saranno interfaccia tra i servizi sanitari e domiciliari, integrando e potenziando l'assistenza domiciliare integrata.

Regione Lombardia punta molto su una "sanità smart", caratterizzata dal "learning machine" che veda tra gli obiettivi il potenziamento della telemedicina, del teleconsulto e della televisita. Anche alla luce della drammatica esperienza del Covid, nella revisione è prevista anche la realizzazione di un Centro nazionale per le malattie infettive, entro sei mesi dall'approvazione della legge.

Sanità Lombardia, il cronoprogramma della revisione

Ecco il cronoprogramma dall'entrata in vigore della legge:

entro 90 giorni:

- Istituzione dei distretti e nomina direttori;
- Istituzione dei Dipartimenti di cure primarie e dei dipartimenti funzionali di prevenzione;

entro 6 mesi:

- Costituzione del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive;

entro 6 mesi dall'istituzione dei distretti:

- Realizzazione delle Centrali Operative Territoriali (Cot);
- Realizzazione degli Ospedali e delle Case di Comunità;
- Ospedali di Comunità: 26 nel 2022, 19 nel 2023, 19 nel 2024;
- Case di Comunità: 86 nel 2022, 65 nel 2023, 65 nel 2024;

entro 3 anni:

completamento del potenziamento della Rete territoriale

Sanità, maratona in Consiglio

Come detto, per la discussione è prevista una vera e propria maratona al Pirellone, iniziata questa mattina. E appunto fino al 26 novembre, con tempi contingentati e senza la previsione del voto segreto. L'opposizione già da settimane ha manifestato la propria contrarietà al nuovo documento. E in Aula ha annunciato "battaglia". Sono stati infatti depositati quasi 200o emendamenti da Pd, M5S, Più Europa, Azione e Lombardi Civici Europeisti. Sulle barricate il Pd che ha in agenda 80 ore complessive dei suoi consiglieri regionali che si concretizzeranno in 310 emendamenti e 960 ordini del giorno. "Più salute in Lombardia, potenziamento della sanità in Lombardia", ha esordito in Aula al Pirellone presentando la revisione il presidente della Commissione Sanità, Emanuele Monti.

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